2) IL SISTEMA AMBIENTALE

Le modificazioni dell’impianto organizzativo
La valle del Lanza, dopo essere stata per secoli al centro di un sistema economico e produttivo locale basato sulla disponibilità della risorsa idraulica ed irrigua del torrente, si ritrova attualmente esposta a forme di degrado conseguenti alla progressiva caduta di interesse per le attività agricole e silvocolturali.
Il tramonto di tali attività (che producevano il mantenimento in stato di accettabile efficienza dell’ecosistema territoriale) ed il conseguente degrado ambientale potrebbero rendere l’area appetibile a localizzazioni infrastrutturali o produttive altrove difficilmente accettabili e che qui rappresenterebbero un ulteriore rischio di decadimento della funzionalità ambientale.
Anche il tentativo di risolvere con interventi radicali i fenomeni esondativi ( che minacciano gli insediamenti posti in aree un tempo inondabili senza grave danno) potrebbe, se non condotto con le necessarie cautele e rispetto per l’integrità ambientale, ostacolare la conservazione dei micro-habitat diversificati delle fasce ripariali , innescando processi di impoverimento e di instabilità delle fasce golenali e degli interni vallivi.

Le alterazioni ambientali, storicamente avvenute ( non da ultimo il la perdita della consuetudine d’uso della struttura viaria storica di valle) non hanno interessato solo la valle ma anche i terrazzamenti esterni alla valle stessa. Di fatti dello scenario originario composto da grandi brughiere e da selve molto estese, rimane qualche traccia solo nella tradizione toponomastica.


Unità ambientali di antica e di nuova formazione

Attualmente, sia pure in un contesto sempre più condizionato dall’uso dei suoli per finalità edificatorie, le superstiti zone agricolo-boschive formano consistenti isole e fasce residuali, alle quali è ancora possibile associare valori di naturalità e gradi di libertà fisica altrove negati.

Si possono pertanto considerare unità ambientali di antica formazione quelle zone boschive estese e compatte e quel territorio agrario che si ritrovano nelle fasce marginali e nell’interno vallivo.

Tra le unità ambientali di nuova formazione, invece, possiamo considerare, oltre al territorio edificato (con i suoi spazi verdi privati e pubblici), anche le boscaglie e le distese prative attestate su terreni incolti o all’interno di siti abbandonati


Tra le due unità, pur sussistendo una diversificazione, non si rilevano scollamenti di relazione.

Esistono quindi i presupposti affinché l’area del costituendo Parco possa funzionare da contrappeso a quella di matrice territoriale urbana.

In assenza invece di un’azione coordinatrice volta ad organizzare il rilevante patrimonio naturalistico presente all’interno del sistema, potrebbero in futuro trovare spazio forme di disorganizzazione e di disorientamento territoriale.


I "corridoi ecologici"

Le formazioni agricolo-boschive che si ritrovano lungo il margine orientale, in comune di Cagno, costituiscono, a livello locale, un possibile " corridoio ecologico" di collegamento tra le aree ad alto pregio naturalistico situate all’interno del costituendo Parco della Valle del Lanza e quelle localizzate nei contigui territori comunali di Solbiate e di Binago.

Lungo il margine occidentale dell’area allo studio, oltre la Strada P. 3, il territorio presenta una copertura boschiva che si estende fino all’incisione valliva dell’Olona e del torrente Bevera.

La nostra area risulta pertanto, cosa evidente anche a livello percettivo, essere connessa e relazionata in modo strutturato ad un sistema di unità naturali riguardante un’area molto vasta.



Comune di Malnate
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